Barry Horne

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Barry Horne (Northampton, 17 marzo 1952 – Worcester, 5 novembre 2001) è stato un attivista britannico. Fu un attivista vegetariano dei diritti degli animali, morto nell'ospedale di Ronkswood Hospital per complicazioni al fegato in seguito all'ennesimo sciopero della fame.

Horne disse di voler arrivare a morire di fame per persuadere il governo britannico a fare un'indagine pubblica sulla sperimentazione animale, questo era stato promesso e non mantenuto dal Partito Laburista quando andò al potere nel 1997[1]. Al momento della sua morte all'età di 49 anni, non aveva mangiato per 15 giorni, ma era rimasto indebolito dai precedenti scioperi della fame. Il più lungo dei quali, nel 1998, è durato 68 giorni e gli aveva provocato danni a vista e reni.

Alla notizia della sua morte i media hanno reagito in maniera ostile, in particolare nel Regno Unito, dove viene considerato un terrorista[2]. L'Animal Rights Movement lo considera invece un martire[2].

Primi anni di vita

Barry Horne nacque il 17 marzo 1952 a Northampton. Figlio di un postino, abbandonò la scuola all'età di quindici anni e svolse una serie di impieghi tra cui lo spazzino e il netturbino. Era stato sposato due volte ed aveva due figli.

L'inizio della militanza

Sin dall'inizio della sua vita, Barry Horne si dimostra vicino a posizioni anarchiche e libertarie. Prima di dedicarsi anima e corpo alla causa animalista, si impegna nelle lotte antifasciste e di supporto alla causa nordirlandese.

Un giorno, nella primavera del 1987, il trentacinquenne Horne, su suggerimento della sua seconda moglie Aileen, capitò ad una delle prime riunioni sulla liberazione animale organizzata dal gruppo locale "Northampton Animal Concern" (NAC), dove fece amicizia con gli altri attivisti e si inserì immediatamente nell'attività del gruppo. Dopo aver visto vari filmati di test sugli animali, decise di diventare vegetariano e di contribuire al sabotaggio della caccia.

Northampton era sempre stata una città piena di iniziative animaliste ma, dopo la denuncia e l'arresto di più di 100 persone, per azioni compiute contro un laboratorio dell'Unilever, l'attività era in una fase di stallo. Il NAC nacque in questo difficile momento proprio per fornire un punto di riferimento a chi intendesse approfondire le tematiche del movimento di liberazione animale.

Le liberazioni

La prima campagna del gruppo era volta a fare di Northampton una zona fur free (senza pellicce). In quegli anni in Gran Bretagna i grandi magazzini Beatties avevano reparti di pellicceria che ripetutamente venivano colpiti con attacchi incendiari. Barry, insieme agli altri membri del gruppo, ogni sabato è davanti a questi centri commerciali a raccogliere firme. L'attività ottiene un discreto seguito e come risultato si ottiene la chiusura dei reparti pellicce.

Nel 1988 viene fatto un tentativo, da parte di Barry e altri quattro attivisti (Jim O'Donnell, Mel Broughton e Jim Buckner), per liberare un delfino tursìope chiamato Rocky, catturato nel 1971 al largo delle coste della Florida e confinato da ventidue anni in una piscina di cemento di Marineland a Morecambe, nel Lancashire, grande appena da permettergli di muoversi in circolo. Tutti e cinque gli animalisti, che avevano già più volte visitato segretamente il delfinario durante le ore di chiusura nel tentativo di conoscerlo, progettarono di spostare l'animale, dal peso di circa 650 libbre (290 chili), a 200 iarde dall'acquario fino al mare, utilizzando una scala, una rete, una barella fatta in casa e un Austin Rover Mini Metro. La notte dell'azione, tuttavia, dopo essere arrivati ​​sul posto con la loro attrezzatura, si resero conto che la logistica della liberazione era al di là delle loro possibilità e decisero di tornare sui loro passi. Sulla via del ritorno un'autopattuglia della polizia li fermò sulla loro macchina, che conteneva una grossa barella per delfini per la quale, a detta di uno degli attivisti, "non avevamo una spiegazione legittima". Nonostante l'impegno e la dedizione tutti e quattro gli uomini vengono prontamente arrestati e condannati per cospirazione dopo un processo di cinque giorni. Ricevettero persino una multa di 500 sterline, mentre Barry e Broughton scontarono sei mesi di carcere con conseguente sospensione della pena.

Horne e gli altri continuarono la loro campagna per liberare Rocky e nel 1989 lanciarono la "Morecambe Dolphinarium Campaign", organizzando continui picchetti di fronte al delfinario, distribuendo volantini ai turisti e facendo pressioni sul consiglio locale. In conseguenza del calo delle vendite dei biglietti, la direzione di Marineland alla fine accettò di vendere il delfino a 120.000 sterline, denaro che fu raccolto con il supporto di alcune associazioni di beneficenza per gli animali, tra cui la Born Free Foundation, e sostenuto dal Mail on Sunday, che lanciò la campagna "Into the Blue" per liberare il resto dei delfini imprigionati in vari acquari sparsi per la Gran Bretagna. Nel 1991, Rocky fu trasferito in una riserva lagunare di 80 acri (320.000 metri quadri) nelle isole Turks e Caicos, per poi essere rilasciato in alto mare, dove fu visto nuotare libero con un branco di delfini pochi giorni dopo.

Sempre nel 1989 parte un'altra campagna per la chiusura di un allevamento di galline in batteria di proprietà del clero. Un raid animalista sottrae almeno cento galline e distrugge varie apparecchiature. Nel contempo in numerose città le vetrine delle macellerie vengono attaccate e distrutte. Il 1º gennaio del 1990 Barry e altri compagni, tra cui Keith Mann e Danny Attwood, sottraggono, in pieno giorno, trentasei beagle dall'allevamento di cani dell'Università di Oxford. Il successivo 17 marzo, data che coincide con il trentottesimo compleanno di Horne, si realizza un'altra incursione da parte di una cellula dell'Animal Liberation Front ad Harlan Interfauna, un fornitore di animali per laboratori di ricerca (tra i quali figura anche Huntingdon Life Sciences). Circa venti attivisti attraversano la campagna e giungono presso un edificio dove vengono allevati i cani da spedire ai laboratori per la ricerca e la sperimentazione animale, Barry e i suoi amici entrano dal tetto perché sapevano che le porte erano collegate ad allarmi. Nonostante la stanchezza riescono a sottrarre ottantadue cuccioli di cane e ventisei di conigli. Un'altra campagna di quegli anni è stata quella contro Boots, un'azienda che secondo gli animalisti aveva un ampio reparto di sperimentazione sugli animali.

Nel novembre dello stesso anno vengono sottratti otto cani beagle dal laboratorio Boots nel villaggio di Thurgaton, nel Nottinghamshire. Barry utilizza ogni metodo, compiendo anche numerosi atti illegali: presidi davanti alle sedi, distruzione delle vetrine, attacchi incendiari. Barry, secondo le accuse degli organi di giustizia, avrebbe causato almeno 3 milioni di sterline di danno alle sedi Boots. Nel 1994 Boots è costretta a vendere i suoi laboratori.

L'arresto

Nel luglio 1996 Barry viene trovato, nei pressi di un centro commerciale di Bristol, in possesso di congegni incendiari (alcuni dei quali in tasca) e per questo viene arrestato. La polizia, che aveva messo sulle sue tracce una squadra speciale composta da decine di agenti, sostiene che Barry è responsabile degli attacchi incendiari avvenuti negli ultimi anni. Dopo un processo, Barry viene condannato a diciotto anni di reclusione e il giudice nella sentenza lo definisce come terrorista.

Gli scioperi della fame

Primo sciopero: dal 6 gennaio 1997 al 10 febbraio

Nel gennaio 1997 inizia uno sciopero della fame con l'obiettivo di indurre il governo britannico ad aprire un'inchiesta sulla sperimentazione animale (ma usando il termine fuorviante di "vivisezione", già in disuso in ambito scientifico da circa 50 anni in Europa) nel Regno Unito. Questo sciopero della fame finisce dopo 35 giorni, quando la classe politica britannica accoglie la richiesta di incontrarsi con i militanti delle campagne in corso.

In risposta allo sciopero di Barry, prende nuovo vigore l'azione dei suoi seguaci: vengono compiute "liberazioni", atti incendiari, manifestazioni ecc.: Hillgrove Farm, Shamrock farm, Consort, Horlan Olac sono le aziende maggiormente colpite.

Secondo sciopero della fame: dal 4 agosto 1997 al 26 settembre 1997

Barry fece poi nel 1997 un nuovo sciopero contro il governo a guida laburista, da poco insediatosi, poiché a suo dire non avevano rispettato gli accordi presi con le associazioni animaliste stipulati prima delle elezioni.

Terzo sciopero della fame: dal 6 ottobre 1998 al 13 dicembre 1998

Dopo averlo interrotto, Barry riprese lo sciopero della fame contro il Governo.

Al 68º giorno di sciopero Barry lo interrompe, per cercare un accordo col Governo di Tony Blair, che tuttavia non arriva.

La morte di Barry

I tre scioperi della fame hanno ormai minato gravemente corpo e mente di Barry. Egli trascorre mesi di terribile agonia, non riuscendo mai a riprendersi pienamente dall'ultimo e lungo digiuno. Muore il 5 novembre 2001, dopo che da 15 giorni aveva intrapreso un nuovo sciopero della fame, per una complicanza al fegato nell'ala ospedaliera della prigione di Long Lartin, nel Worcestershire'.

La sua figura resta molto controversa: molti animalisti lo definiscono un eroe, altri lo considerano un terrorista.

Note

  1. ^ New Labour, New Britain, New Life for Animals, Labour Party, 1996.
  2. ^ a b Toolis, Kevin. "To the death", The Guardian, November 7, 2001.

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