I'billin
I'billin autorità locale | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Israele |
Distretto | Nord |
Sottodistretto | Acri |
Territorio | |
Coordinate | 32°49′20″N 35°11′36″E32°49′20″N, 35°11′36″E |
Altitudine | 102 m s.l.m. |
Superficie | 12,07 km² |
Abitanti | 13 692[1] (2021) |
Densità | 1 134,38 ab./km² |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+2 |
Cartografia | |
I'billin | |
Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
I'billin (in arabo إعبلين?, in ebraico אִעְבְּלִין?) è un consiglio locale situato nel distretto Settentrionale, in Israele, in Galilea.[2] La popolazione è costituita da arabi palestinesi di fede musulmana e cristiana.
Storia
Gli scavi archeologici nel centro del villaggio hanno indicato un'occupazione continua dal IX secolo a.C. durante l'età del ferro, fino al XIV secolo d.C. durante il periodo mamelucco.[3]
Periodo romano
Le prove archeologiche indicano che nell'antichità sorgesse nell'area un insediamento ebraico, e i ritrovamenti includono bagni rituali e complessi di nascondiglio utilizzati durante la prima guerra giudaica.[3] I'billin è stato identificato con la città ebraica di Evlayim o Abelim, menzionata in varie fonti talmudiche a partire dal III secolo d.C.[3][4]
Nel villaggio è stata fatta una scoperta notevole: una cornice di porta proveniente da una sinagoga risalente al IV-VI secolo d.C. Quest'artefatto, riutilizzato come gradino sulla strada che porta alla chiesa del villaggio, porta un testo che può essere tradotto così: "Ricordato per il bene è Baruch l'Alexandrino(?) o figlio di Nehorai(?) che qui ha sostenuto (contribuito) e ha fatto questa porta. Amen. Pace."[5]
Periodo fatimide
Nasir Khusraw visitò il luogo nel 1047 d.C.: "Da Damum passammo a sud in un altro villaggio, chiamato A'bilin, dove si trova la tomba di Hud - la pace sia su di lui! - che ho visitato. All'interno dell'area c'è un gelso, e c'è anche la tomba del profeta Uzair - la pace sia su di lui! - che ho anche visitato."[6]
Periodo ottomano
XVIII secolo
Nel 1760 un viaggiatore tra Acri e Nazareth notò "il castello di Abelin, su una bella altura; e una città vicina ad esso, governata da Joseph Omar, fratello del capo di Acri", con quest'ultimo intendendo Zahir al-Umar.[7] Il castello, ancora presente nella città, probabilmente risale al XVIII secolo.[8]
Nel 1799 I'billin fu segnato come Obellin sulla mappa di Jacotin, redatta durante l'invasione di Napoleone.[9]
XIX secolo
Nel 1848 William Lynch, capo della spedizione americana sul fiume Giordano, incontrò Aqil Agha e lo scelse come loro guida. Aqil Agha costruì una fortezza a Ibillin. È sepolto nel villaggio, così come la famiglia di Zahir al-Umar.
La popolazione nel 1859 fu dichiarata dal console britannico Edward Thomas Rogers essere di 800 persone, con 50 faddan di terreno coltivato.[10]
Nel 1875, l'esploratore francese Victor Guérin visitò il villaggio. Stimò la popolazione a 600 persone, divise equamente tra musulmani e "cristiani greci", questi ultimi suddivisi in melchiti e greco-ortodossi. Notò che questi ultimi avevano una chiesa dedicata a San Giorgio.[11]
Comunità religiose
Il villaggio è particolarmente importante per i cattolici in quanto luogo di nascita di Mariam Bawardi, beatificata da Papa Giovanni Paolo II nel 1983[12] e canonizzata da Papa Francesco nel 2015.[13] Santa Mariam Bawardi è considerata una delle prime due sante palestinesi nella Terra Santa, insieme a Marie-Alphonsine Danil Ghattas.
Note
- ^ אעבלין 2014 (PDF).
- ^ Mokary, 2017, Er-Reina.
- ^ a b c Abu Raya, 2012, ‘Ibillin Preliminary Report.
- ^ Avi-Yonah, Michael, Gazetteer of Roman Palestine, in Qedem, vol. 5, 1976, p. 25, ISSN 0333-5844 (WC · ACNP).
- ^ (EN) Volume 5/Part 1 Galilaea and Northern Regions: 5876-6924, in Volume 5/Part 1 Galilaea and Northern Regions: 5876-6924, De Gruyter, 20 marzo 2023, pp. 678, DOI:10.1515/9783110715774, ISBN 978-3-11-071577-4. URL consultato il 30 gennaio 2024.
- ^ Nasir Khusraw quoted in Le Strange, 1890, p. 382.
- ^ Mariti, 1792, p. 343
- ^ Pringle, 1997, p. 51.
- ^ Karmon, 1960, p. 162 (PDF) (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2019).
- ^ Conder and Kitchener, 1881, SWP I, p. 269
- ^ Guérin, 1880, pp. 420-421, as translated by Conder and Kitchener, 1881, SWP I, p. 270
- ^ The Carmelite Web Site - O.Carm., su ocarm.org. URL consultato il 15 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2008).
- ^ St. Mary of Jesus Crucified (OCD), Virgin (mf), su ocarm.org. URL consultato il 21 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2018).
Altri progetti
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- Wikimedia Commons
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