Lepiota cristata

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Lepiota cristata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneBasidiomycota
ClasseBasidiomycetes
SottoclasseHymenomycetidae
OrdineAgaricales
FamigliaAgaricaceae
GenereLepiota
SpecieL. cristata
Nomenclatura binomiale
Lepiota cristata
(Bolt.: Fr.) P. Kumm.
Lepiota cristata
Caratteristiche morfologiche
Cappello
convesso
Imenio
lamelle
Lamelle
libere
Sporata
bianca
Velo
anello
Carne
immutabile
Ecologia
micorrizico
Commestibilità
velenoso
Manuale

Lepiota cristata (Alb. & Schwein. ex Fr.) Kummer

La Lepiota cristata, dal latino "cristatus" ossia "munito di cresta" a causa delle scaglie sul cappello, volgarmente conosciuta come Falsa mazza di tamburo, Bubbola falsa o Cucamela. Si tratta di un fungo velenoso che causa sindrome gastrointestinale, i cui sintomi compaiono entro 2-3 ore dall'ingestione. Sebbene diverse fonti riportano che si tratta di un fungo velenoso mortale che provoca una sindrome da intossicazione simile a quella falloidea, in realtà è stato dimostrato che non contiene né amanitinefalloidine[1].

Potrebbe trarre in inganno il raccoglitore inesperto in virtù della sua vaga rassomiglianza con la famosa Macrolepiota procera o Mazza di Tamburo, ottimo fungo commestibile purché ben cotto. La differenza più evidente risiede nelle dimensioni: non andrebbero infatti mai raccolti e consumati funghi del genere Lepiota o Macrolepiota che, da aperti, siano di piccola taglia. In genere, quando si va in cerca di Macrolepiota procera, è buona norma ricordarsi del suo eloquente nome comune inglese Parasol, che non a caso indica le ragguardevoli dimensioni della specie.

Funghi invece che, per quanto simili nell'aspetto soprattutto a causa della superficie del cappello dissociata in squame irregolari, si attestino su misure di altezza e larghezza contenute, non vanno mai consumati: sono in genere tutti tossici.

Altri aspetti che lo rendono riconoscibile ad un occhio più allenato sono il colore biancastro di cappello e gambo, le squame molto evidenti bruno rossastre e il caratteristico odore sgradevole; anche l'anello infero inserito nel gambo può essere un carattere utile per il riconoscimento, così come la sua crescita talvolta cespitosa.

Descrizione della specie

Cappello

Dai 20 a 50 millimetri, campanulato conico, poi più aperto e disteso, munito di ottuso e marcato umbone centrale. Superficie liscia e feltrata che presto si dissocia in squame irregolari a partire dal margine, di colore bruno rossiccio o bruno scuro. Il centro del cappello invece rimane unito, non squamato e di colore più scuro, da bruno rossiccio a quasi nero. Al di sotto delle squame dissociate si vede chiaramente il colore biancastro della carne sottostante.

Lamelle

Le lamelle sono molto fitte, ventricose, di colore bianco (fungo leucosporeo) leggermente ingiallenti o rosate, distaccate dal gambo.

Gambo

Da 30 a 50 millimetri d'altezza, spessore da 2 a 4 millimetri, cilindrico, prima fistoloso poi cavo, liscio, munito di ampio anello membranaceo evidente ma molto fugace, di colore bianco con riflessi rosati o violetti specie nella parte inferiore.

Carne

Bianca fioccosa e fragile nel cappello, più fibrosa e rosata nel gambo.

  • Odore: forte e sgradevole che ricorda quello "di gomma bruciata" tipico dei funghi del genere Scleroderma.
  • Sapore: non significativo.

Spore

Spore bianche in massa, ovali, con sperone laterale, 6-8 x 3-3,5 µm.

Habitat

Ubiquitaria, vive indifferentemente in boschi, prati, radure, tra l'erba di parchi e giardini, spesso gregaria in piccoli gruppi, talvolta cespitosa; periodo dall'estate all'autunno.

Commestibilità

Velenosa, i sintomi dell'avvelenamento si manifestano entro 2-3 ore dall'ingestione, provocando sindrome gastrointestinale con nausea, vomito, diarrea e crampi.

Specie simili

Difficilmente confondibile con Macrolepiota procera a causa delle dimensioni. Tuttavia, in condizioni climatiche ed ambientali particolari, la M. procera si presenta di dimensioni assai ridotte rispetto alla norma e pertanto potrebbe essere anch'essa confusa con questa specie specie. Altre specie di funghi simili sono ad esempio:

  1. Macrolepiota excoriata (edule), che si distingue per la tipica lacerazione della pellicola al margine del cappello e per il gambo sostanzialmente privo di decorazioni ed appena sfumato.
  2. Macrolepiota mastoidea (edule), che però si distingue facilmente per l'umbone aguzzo, il cappello che ricorda una mammella, e la poco evidente decorazione screziata sul gambo.
  3. Chlorophyllum molybdites sin. Macrolepiota molybdites o Lepiota morgani (velenoso), assai simile per dimensioni alla procera ma dalla sporata verdastra e diversamente decorato sul gambo e sul cappello.
  4. Chlorophyllum rhacodes (velenoso), in particolare quando il cappello è ancora sferoidale, che presenta un deciso viraggio della carne all'arancio e poi al rosso.
  5. Lepiota brunneoincarnata (velenosa mortale), uno fra i più famosi e pericolosi rappresentanti delle Lepiota di piccola taglia dalle quali diffidare; contiene infatti anch'essa tossine analoghe a quelle presenti nelle amanite mortali (Amanita phalloides, Amanita virosa, Amanita verna), e per questo motivo può causare delle intossicazioni letali: non raccogliere quindi "mazze di tamburo" o "bubbole" qualora il diametro del cappello aperto non raggiunga almeno i 12–15 cm.

Nomi comuni

  • Bubbola Falsa
  • Falsa mazza di tamburo
  • Cucamela

Note

  1. ^ Ismail Yilmaz, Ilgaz Akata e Sinan Bakirci, Lepiota cristata does not contain amatoxins or phallotoxins, in Toxin Reviews, vol. 37, n. 2, 3 aprile 2018, pp. 149–153, DOI:10.1080/15569543.2017.1337034. URL consultato il 26 settembre 2022.

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